ATTENZIONE  CARICAMENTO LENTO


I racconti del novecento dalle mie foto

Inaugurazione della Scuola di Rava, 10 novembre 1963

Un evento storico, che ha suscitato tante discussioni

Di Giovanni Gelmini

10 novembre, con il pullman del CAI partiamo per questa avventura: l’inaugurazione della scuola di Rava, frazione di Valtorta, offerta dalla nostra Sezione per la celebrazione del Centenario del CAI. Sì un’avventura per me, perché mi sono impegnato a fare il mio primo reportage giornalistico: le foto dell’inaugurazione. Infatti, avevo promesso di documentare alcuni eventi, organizzati dalla Sezione con la mia nuova macchina fotografica, comprata con il premio vinto al concorso fotografico indetto dalla Sezione di Bergamo, ancora per la celebrazione del Centenario. Prima di oggi ho scattato solo un rotolino, giusto per provarla.

Durante il viaggio mi chiedo: perché il CAI si è deciso a questa iniziativa?

La risposta per me è evidente: le difficoltà della vita in montagna portavano già da anni alla fuga dei giovani a all'abbandono dei paesi delle valli, con il conseguente degrado. È stato il motivo ispiratore del mio racconto fotografico "Montagna abbandonata", in cui procedevo in un percorso di degrado, partendo da una casa non più abitata, ma ancora "viva", arrivando alla distruzione totale dell'ultima foto, quella premiata.


Ben diverse dalle mie foto quelle bellissime di Luigi Gazzaniga, con cui ho diviso il premio dedicato ai soci, ma che non aggiunge la preoccupazione per quello che stava succedendo alle nostre amate montagne, contempla solo le bellezze.

Chi va a fare una bella passeggiata in montagna ammira paesaggi, respira aria buona e si ritempra, magari poi passa a escursioni più impegnative o viene attratto da scalare rocce sempre più difficili, e, ovviamente, si dice che ama la montagna, ma amarla vuol anche dire cercare di capire i problemi e vedere se si possono affrontare.

Forse è proprio questa idea che ha spinto la direzione del CAI di Bergamo a celebrare il Centenario, non con una spedizione alpinistica sfavillante, magari extraeuropea, ma con il dono di una piccola scuola elementare, che tolga ai bambini “le pene di passare diverse ore al giorno in vecchie, piccole ed insalubri stanzette” (dal discorso per l’inaugurazione della scuola Presidente dott. Enrico Bottazzi).

Il pullman si ferma, siamo arrivati a Rava; per raggiungere la scuola dobbiamo fare un breve tratto di mulattiera; ci avviamo sotto una pioggerellina che ci allieterà per tutto il tempo.

Arrivati sul piazzale troviamo tantissimi bambini, non tutti certo di Rava, che è veramente un piccolissimo borgo, ma credo siano arrivati anche da Valtorta e dalle altre frazioni; tutti col grembiulino nero, molti hanno dipinto sul viso la curiosità, altri si mostrano impacciati, forse si chiedono chi sono tutte quelle persone ben vestite che sono arrivate lì e che non hanno visto mai.

La campana della chiesetta ci richiama alla Messa domenicale, ma la chiesa è piccola e pochi possono entrare, la maggioranza ascolta fuori con gli ombrelli aperti.


Davanti all’ingresso della nuova scuola ora c’è un gruppo di bambini posti in file parallele, che tengono in mano dei cestini con dei ciclamini; di fronte a loro un adulto; a un cenno di quello che è evidentemente il maestro, iniziano a cantare. Alla fine ci regalano quei cestini di fiori, un simbolo della loro montagna, e quei ciclamini a casa nostra sono arrivati fino quasi al 2000.


Terminata questa bella cerimonia di accoglienza, si arriva al punto centrale: l’inaugurazione vera e propria, preceduta dai discorsi di rito del Presidente della Sezione di Bergamo Enrico Bottazzi, succeduto a Carlo Ghezzi promotore dell’iniziativa, del sindaco di Valtorta Piero Busi, e dal Presidente del CAI Virginio Bertinelli. Dopo i discorsi, vengono consegnate simbolicamente le chiavi della scuola ad un alunno e tagliato il nastro di rito.

Entriamo e vediamo ambienti luminosi, ariosi e ben arredati; c’è perfino un mini appartamento per chi dovrà insegnare lì. In genere il problema dei docenti di queste mini scuole è proprio la difficoltà a raggiungere il posto. L’arredamento è completamente nuovo, con banchi di tubolare e con piani perfetti.

Siamo invitati a vedere la scuola precedente; troviamo un’aula piccola e poco luminosa, degli infissi vecchi e logori, che forse lasciano passare degli spifferi di aria, banchi in legno usurati. Un’idea di scuola che certo già allora era abbondantemente superata.

Mi soffermo su alcuni passi del discorso di Bottazzi:
Può sorprendere la decisione presa di costruire una scuola, decisione confortata peraltro da consensi provenienti da molte parti… Ma la nostra Sezione ha già fatto molto per valorizzare le Alpi e le Prealpi Orobiche ed ha potuto, quindi, rivolgere una parte della propria attività e dei mezzi disponibili e raccolti a favore dei montanari. Ed ha scelto la Frazione Rava di Valtorta beneficiandola di questa provvida opera conoscendo i bisogni locali e l'urgenza di un idoneo edificio scolastico data la preminente importanza che la scuola occupa nella formazione delle nuove generazioni. Il gesto compiuto costruendola fa parte delle migliori tradizioni del C.A.I.” e poi

Limitando l'indagine a quanto fece di più importante la nostra Sezione durante i suoi novant'anni di attività, si può ricordare l'esecuzione nel 1870 del primo sentiero montano da Foppolo al Corno Stella; seguì la costruzione di un belvedere alle cascate del Serio sopra Bondione e poi venne compiuto uno sforzo ingente, mandando alla Esposizione Mondiale di Parigi dei lavori artigianali raccolti sulle nostre vallate assieme ad alcuni quadri dipinti dal celebre pittore Bossoli riproducenti montagne, vallate e bellezze naturali bergamasche, ottenendo la medaglia d'oro con diploma quale ambìto e meritato premio di riconoscimento e di incoraggiamento al lavoro artigianale montano.

Può essere che Bottazzi volesse raccontare un poco di storia, ma, conoscendo certi interventi alle assemblee della Sezione, viene da pensare che vi sia stata una forte opposizione a questa iniziativa, infatti qualche anno prima, esattamente nel 1957, in casa Legler, era nata l’idea delle spedizioni extraeuropee, iniziativa certamente affascinante, e forse alcuni pensavano che tutte le risorse dovessero essere concentrate su quelle.

Anche nel libro “Cento anni di alpinismo bergamasco” di Aurelio Locati, riguardo all’idea di questa scuola, viene detto: “E' un dono inconsueto, che esula forse dalle tradizioni e dagli scopi del CAI, da un punto di vi¬sta strettamente formale, ma che ben riflette lo spi¬rito con cui gli alpinisti considerano i problemi e i bisogni della montagna!”.

Proprio in quegli anni, le valli subiscono la forte attrazione della pianura, che vive il boom economico e cerca lavoratori, così il loro spopolamento è diventato un dramma per la sopravvivenza di queste comunità fragili.

Foto del 2007 tratta da Wikipedia- Al centro si vede al sentro la chiesetta e alla sua destra l’edificio della Scuola del Centenario del CAI

Cosa deve voler dire “amare la montagna” lo troviamo nell’introduzione al libro scritta da Alberto Corti: “…il CAI ha divulgato sempre e nei limiti delle sue possibilità e con ogni mezzo la conoscenza e l'amore per la montagna, intesa nel senso più ampio, di ambiente alpino, di vette, di paesi, di boschi, di economia e soprattutto di uomini, che in montagna vivono” questa deve essere l’attenzione, se non si vuole essere una semplice associazione sportiva.

La costruzione della scuola di Rava non poteva certo risolvere da sola i problemi, ma è stato un segnale forte, da dare perché si aprissero gli occhi su una situazione che ha messo in difficoltà le comunità montane per alcuni decenni.

Oggi l’edificio è là, ancora bello e ben inserito nel paesaggio, grazie all’attenta progettazione dell’Architetto Sandro Angelini.
Non è più scuola elementare, perché le pluriclassi sono state considerate in modo negativo (anche se oggi vengono rivalutate), e in un borgo così piccolo non poteva che esserci quella modalità, ma è sempre un punto di appoggio per le iniziative sociali e culturali di quella frazione di Valtorta.

Vedi gli altri Racconti dell'900

27 Novembre 1966, concerto inaugurale di GMI diretto da Riccardo Muti
Foto del mio archivio ed un ricordo scritto
Non lo sapevo ancora, ma fu un evento storico.

Miragolo San Marco: la scalinata che non c’è più
Dalle foto fatte per il Natale alpino del CAI di Bergamo ad oggi con il contributo finale di Ornella Chiesa

Ma dove è finita Via Gavazzeni?
Tra i ricordi dei primi anni ’60, tra cui il primo grande sciopero studentesco del 1961, e l’evoluzione della Città e della piana a sud dello scalo ferroviario


La ragazza delle caldarroste ovvero, a Bergamo cosa c’era prima del Coin?
Un po’ di storia della città tra i ricordi di fiori, giornali, angurie e caldarroste


Il primo supermercato di Bergamo
Il primo supermercato di Bergamo. Guardando una foto del Fondo Lucchetti conservato al Museo Della Fotografia di Bergamo



Argomenti:   #bergamo ,        #cai ,        #rava ,        #scuola del centenario ,        #val brembana ,        #valtorta



Leggi tutti gli articoli di Giovanni Gelmini (n° articoli 506)
il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo
© Riproduzione vietata, anche parziale, di tutto il materiale pubblicato

Articoli letti
15.268.734

seguici RSS RSS feed

Il sito utilizza cockies solo a fini statistici, non per profilazione. Parti terze potrebero usare cockeis di profilazione