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 Anno I n° 5 del 01/09/2005    -   PRIMA PAGINA


Pot-pourri d’attualità
La statistica del pollo Trilussa
Considerazioni sull’abuso del sistema statistico fatto dagli ambienti politici e dei mass-media e …a cosa servono i fari accesi delle auto?
Di Roberto Filippini Fantoni


Il poeta romanesco è noto per tutta una serie di poesie, nel contempo canzonatorie e moraleggianti, ma di lui forse sarete in molti a ricordarvi di quella in cui prende in giro la statistica con l’esempio che ogni italiano statisticamente ha mezzo pollo a testa …. peccato che ce ne siano molti che di polli ne hanno uno e altrettanti che non hanno visto nemmeno le penne!
La statistica è una scienza seria e per ceti versi dà risultati di notevole interesse e molto vicini alla realtà.

Ci sono statistiche, basate su interviste a un numero “rappresentativo” di un gruppo di persone e che servono a prevedere dei risultati: questo è il caso degli exit-pole che tutti noi conosciamo. Ce ne sono altre basate su sondaggi che servono per conoscere il parere di gruppi di persone, di ceti sociali, o anche - con molta ambizione e spesso con qualche grossa incertezza - di tutti noi italiani. In questi casi il successo dipende dalla bontà (nel senso di reale rappresentatività) e dal numero dei “campioni” scelti. Più è basso il rapporto tra il numero di soggetti del campione e il numero globale del gruppo sotto inchiesta e maggiore potrebbe essere lo squilibrio tra il risultato del sondaggio e la realtà. In breve, possiamo semplicemente affermare che la statistica ha sempre insita in sé un’imprecisione di base che è funzione di tutta una serie di fattori, la scelta dei quali incide sullo scostamento possibile tra risultato e realtà.
Proprio questa incertezza o la cattiva scelta del campione devono aver condotto fuori strada quelli che decisero che il tenere acceso i fari di giorno avrebbe procurato meno incidenti. Vi ricordate con quanta enfasi si era spiegato l’inserimento nel codice della strada della norma dei fari accessi anche di giorno sulle strade non cittadine e che da statistiche fatte da altri paesi – e mi sarebbe piaciuto sapere chi è stato quel cervellone che le ha fatte – risultava che il numero degli incidenti che si erano verificati dopo l’applicazione delle nuova norme era diminuito.

Sicuramente chi aveva fatto quei conti aveva sbagliato qualcosa perché nessuno poteva pensare che in pieno giorno e con visibilità normale si riuscisse a vedere un fanalino rosso o un faro prima di vedere la macchina. Anzi, molti di noi furono scettici perché molte volte avvicinandoci a un veicolo da lontano si poteva pensare che stesse frenando viste le luci posteriori accese e si poteva essere indotti a frenare per nulla con il rischio di provocare tamponamenti.
Poi all’inizio valeva solo per le autostrade e le superstrade. Ma ci fu chi precisò che anche nelle strade statali e provinciali a singola corsia si dovevano tenere i fari accesi. È così che molti di noi per non sbagliare li tengono accesi anche in città. Vi assicuro che nemmeno gli addetti al traffico (polizia della strada, vigili urbani, carabinieri) darebbero risposte univoche quando si tratta di definire il limite del “percorso urbano” al di fuori del quale i fari andrebbero accesi. Classico caso di leggi all’italiana dove si lascia molto spazio all’interpretazione: in campo civile e penale assistiamo ogni giorno a incongruenze macroscopiche di questo tipo e vediamo i ladri di mele in galera e i pluri-assassini a spasso o agli arresti domiciliari. Ma questo è argomento per un ulteriore intero articolo!

In Italia eravamo arrivati a recepire questa nuova norma dopo che altre nazioni l’avevano introdotta …. da buoni ultimi, insomma!
Adesso alcune di quelle nazioni che l’avevano introdotta hanno rifatto i conti meglio e su tempi più lunghi e hanno visto che la statistica che aveva dato il là alle nuove norme era menzognera. A questi calcoli ne hanno aggiunti altri meno statistici ma più reali e pesanti per le nostre borse. Innanzitutto il costo di carburante aggiuntivo che, se è limitato dal punto di vista del singolo utente, è invece notevole nel complesso di una nazione: facciamo di tutto per fare automobili che abbiano meno consumo e poi provvediamo ad accendere inutili fari per alzarlo di nuovo! Un’incongruenza inaccettabile!
Ma se l’utente può non rendersi conto del maggiore consumo, si accorge invece che le sue lampadine durano assai meno e che, quando va alla revisione, le parabole dei fari – che lavorando d’estate a quaranta gradi con in aggiunta il caldo dei fari si deteriorano – sono da sostituire. Spesa non da poco! Aggiungiamo poi che molti amici miei elettrauto, da quando è entrata in vigore la norma, mi hanno dichiarato che vendono lampadine per fari e per luci in quantità più che raddoppiate, e vi renderete conto che una statistica fatta con i piedi può provocare danni enormi.
Adesso, su interessamento del Codacon e di altre organizzazioni a favore dei consumatori, si sta facendo pressione perché anche noi, sia pur sempre da buoni ultimi, ci adeguiamo ai paesi che hanno fatto marcia indietro. Speriamo che i “soliti cretini” non facciano resistenza e per non ammettere di aver fatto una ”stupidaggine” lascino sempre Pantalone a pagare………cornuto e mazziato!!!



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