REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
||
Articoli letti 15178721 RSS |
Vedi tutti gli articoli di Cricio
|
stampa |
Anno IV n° 4 APRILE 2008 - TERZA PAGINA Visto per voi |
||||
Nella mostra non può mancare una visone anche delle “infrastrutture” che sono fondamentali per lo sviluppo delle imprese e della bergamasca in quel periodo. L’elemento essenziale che emerge è la presenza di grandi opere infrastrutturali realizzate in poco tempo: ferrovie, tranvie, strade e l’autostrada, che collega Bergamo con Milano e Brescia, oggi tempi di realizzazione di opere simili sono diventati biblici. Ma non ci sono solo le infrastrutture, c’è anche la finanza che allora era dinamica e che sostieneva attivamente le imprese che si espandono e non ingessata in procedure burocratiche e costosa per strutture eccessive è come oggi. In questo periodo le imprese non sono cose anonime, a ogni impresa corrisponde una “famiglia” cosi che nella mostra troviamo documentazione di queste famiglie anche attraverso i grandi ritratti. Possiamo anche seguire l’evoluzione della moda dagli anni ’50 agli anni ’60 attraverso delle apposite vetrine. Può sembrare strano e credo che sia sconosciuto anche alla maggior parte dei bergamaschi il ruolo di Bergamo nella moda di questo periodo, ruolo che si lega ovviamente all’eccellenza delle aziende tessili bergamasche. Fredy Legler, riesce a stabilire una collaborazione continua con Hubert de Givenchy,il sarto di Audrey Hepburn, per questo innumerevoli abiti di questa elegantissima diva sono fatti con tessuti di cotone stampati dalla Legler e questa mise in commercio la linea “Sabrina” di tessuti che si ispirano al suo stile. Ma non solo questo, la Legler produsse anche denim e velluti per le aziende leader del settore come Levis, Rifle, Lee Cooper e Carrera. In questo periodo Bergamo è anche sotto i riflettori per le camicie di qualità, le Cassera. Tutto questo si può “toccare con mano” nelle vetrine allestite in una apposita sala. Vi è anche una sala dedicata alla pubblicità, e all’iconografia della donna nei disegni di Antonio Salemme. Le imprese per espandersi e raggiungere l’eccellenza necessitano di innovazione. Ma cosa è l’innovazione di cui oggi si parla tanto? Saper rispondere alle richieste dei consumatori meglio di altri, magari anticipandole di poco: farle nascere e non attendere che siano nate. Ecco che nella mostra troviamo come le imprese bergamasche sono state capaci di innovare, e questo si vece coma avvenga partendo dall‘essere non chiuse in sé stesse ma collegate con il mondo intero: una occasione, qui documentata, è stata l’Expo di Milano del 1906. Sapranno i nostri imprenditori sfruttare, come allora, quella che si terrà nel 2015? Speriamo. Nella penultima sala si parla dell’industria di oggi, attraverso la testimonianza di quattro imprenditori, presenti in modo virtuale talmente bene che sembrano reali. Infine in una saletta viene proiettato un filmato sulle “tecniche del futuro” già oggi disponibili, come lo stampaggio dei tessuti con il sistema digitale che supera le tecniche del “quadro” o del “cilindro” fino ad oggi usate. La tecnica digitale permette un disegno continuo ed infinito con infiniti colori. Se la storia deve insegnarci qualcosa per il futuro, con questa mostra possiamo riflettere sui motivi per cui un territorio può sviluppare una ricchezza economico – sociale e quelli invece per cui si può trovare in difficoltà. La mostra è predisposta per essere vistata senza una guida, ma per avere una lettura approfondita dei contenuti in essa presenti è opportuno seguirne una e leggere il numero speciale della Rivista di Bergamo in vendita alla biglietteria, ricco di monografie sugli argomenti presentati nella mostra. Ancora un consiglio. Il biglietto di ingresso alla mostra permette anche la visita del Museo del Risorgimento e al Campanone di Bergamo; se non pensate di vistare un’altro museo molto interessante, non lasciatevi scappare però la salita al “Campanone”, la torre civica di Città Alta, che permette una emozionate visione della città vecchia e della pianura ai suoi piedi. PER FILO E PER SEGNI. Innovazione e creatività dell’ industria tessile a Bergamo tra XIX e XXI secolo 1 marzo - 29 giugno 2008 Bergamo Alta - Museo Storico di Bergamo (ex Convento di San Francesco, Piazza Mercato del Fieno) Inaugurazione: sabato 1 marzo, ore 17 Orari: tutti i giorni 9.30 – 13 e 14 - 17.30. Chiuso lunedì. Ingresso: 5 euro (comprensivo di visita a Campanone, Rocca-Museo Storico Sezione Ottocento e Museo Donizettiano). Gratuito sotto i 18 anni e per portatori di handicap. Informazioni e prenotazioni: tel. 035.247116 o 035226332- Fax. 035 219128 e mail info@bergamoestoria.it www.perfiloepersegni.it
Il sito utilizza cockies solo a fini statistici, non per profilazione. Parti terze potrebero usare cockeis di profilazione
|