REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N°8


Anno VI n° 6 GIUGNO 2010 FATTI & OPINIONI


Senato Della repubblica - Dal resoconto stenografico della seduta n. 394 del 10/06/2010 (Bozze non corrette redatte in corso di seduta)
Luigi Li Gotti (IdV) - dichiarazione di voto
Norme in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali. Modifica della disciplina in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine. Integrazione della disciplina sulla responsabilità amministrativa delle persone giuridiche - votazione dell'emendamento 1.1000, interamente sostituivo dell'articolo unico del disegno di legge n. 1611


Signor Presidente, dietro all'ipocrito richiamo al rispetto del principio costituzionale della libertà e segretezza delle comunicazioni si demolisce oggi uno dei più importanti mezzi di ricerca della prova dei crimini.

La tutela del principio costituzionale andava assicurata con i giusti presìdi in ordine alla riservatezza delle captazioni, con il loro uso ponderato selezionato nel contraddittorio delle parti, con le inasprite sanzioni per le violazioni della segretezza.

Il Governo e la maggioranza hanno voluto invece altro e su questo altro non potranno rispondere con onestà alle domande degli italiani.

Il Governo si gonfia il petto per gli arresti operati dalle forze dell'ordine - che noi ringraziamo sempre - e dalla magistratura. Ne fa un proprio merito. Ma ora demolisce le norme che quegli arresti hanno facilitato e, spesso, esclusivamente determinato.

Vi pongo io le domande che i cittadini vorrebbero farvi e alle quali non potrete rispondere se non con l'inganno.

Perché avete reso così difficile, tortuoso e insidioso il percorso per cercare la prova dei crimini? Perché avete, di fatto, cancellato la possibilità delle intercettazioni ambientali, prescrivendo che esse potranno effettuarsi nei luoghi privati solo se vi è il sospetto di attività criminosa in atto, anche se si cercano le prove in ordine ad un delitto già consumato?

Perché volete consentire le intercettazioni ambientali solo per tre giorni, sia pure prorogabili, e solo nei luoghi pubblici o aperti al pubblico? Perché non potrà più tentarsi di captare le conversazioni dei sospettati di gravi crimini collocando, ad esempio, la cosiddetta cimice in un'autovettura o in una masseria o in un capannone o in un circolo privato?

Perché avete abrogato l'articolo 13 del decreto-legge n. 152 del 1991, la cosiddetta legge Falcone, che accomunava, ai fini della possibilità, della durata e delle modalità delle intercettazioni, tutti i fatti di criminalità organizzata, mafiosa e non? Perché avete, con la detta abrogazione, escluso grandi e pericolosi crimini dalla possibilità di intercettazione cosiddetta semplificata? Perché avete voluto annullare una legge di estrema importanza nella lotta al crimine e che l'Italia deve alla felice intuizione di Giovanni Falcone?

Perché non avete voluto prevedere l'arresto in flagranza obbligatorio per il reato di pedofilia? Perché prima avete accettato questa norma e poi l'avete cancellata, con la motivazione di ingiusta previsione dell'arresto nei casi di minore gravità e, però, cancellando anche l'arresto obbligatorio in flagranza anche per i casi gravi di pedofilia?

Perché avete voluto reintrodurre in Italia la censura, vietando la pubblicazione di atti non più coperti dal segreto? Perché non volete che i cittadini sappiano? Perché volete l'omertà di Stato? Perché odiate la libera informazione?

Voi non avete la risposta a nessuna di queste domande. Io tenterò di darvi la risposta: perché lo vuole Silvio Berlusconi e il suo sistema, il protettore adottato dal malaffare, l'uomo che ieri ha detto: «Non c'è stata alcuna cricca, niente di meno che positivo», ovviamente per lui. Proprio oggi i giornali parlano dell'indagine che riguarda Verdini. L'uomo che ha detto ieri: «Governare con le regole che impone la Costituzione è un inferno».

Ho cercato di attualizzare in maniera più sincera una lettura delle dichiarazioni rese ieri dal presidente Berlusconi ed ho fatto qualche minimo ritocco: «Bisogna andare avanti decisi» - parliamo del disegno di legge - «in questa direzione perché il diritto alla riservatezza e all'inviolabilità dei farabutti è in cima ai miei pensieri. L'attuale disegno di legge non risolve tutti i problemi, ma è un primo passo importante; cercheremo di migliorarlo più avanti. Solo una piccola lobby di magistrati e giornalisti è contraria alla legge sulle intercettazioni».

La grandissima maggioranza dei farabutti, dei ladri, dei corrotti e dei corruttori, degli omicidi, dei peculatori, dei falsificatori e compagnia varia è stanca di non poter usare il telefono per tema di essere spiata. Oggi i malfattori stano canticchiando: «Meno male che Silvio c'è». È diventato il loro inno. (Applausi dal Gruppo PD). Unitevi anche voi al coro, alla faccia degli italiani imbrogliati. Non so se i sacerdoti della fiducia siano collusi o pavidi; sono certamente complici e conniventi. Vergogna.

Non bisogna però rinunciare alla resistenza e alla lotta. Assisteremo al giorno in cui tutto il crepuscolare basso impero berlusconiano sarà inghiottito dall'ignominia e ricordato come una parentesi nefasta per l'Italia. La resistenza si compie anche con gesti significativi e simbolici, come l'occupazione dell'Aula da parte dei senatori dell'Italia dei Valori, e dispiace che nel momento in cui si è proceduto, penso correttamente, alla loro espulsione la stampa non abbia potuto assistere alla ripresa di sovranità di questa Aula.

Comunque, condivido la battaglia del mio partito perché quel gesto era volto a sottolineare con forza il nostro no al malaffare, il nostro no alla fiducia al Governo protettore del malaffare, il nostro sì all'onestà, alla speranza, al lavoro ed ai sacrifici del popolo italiano. Viva l'Italia onesta e pulita! (Applausi dal Gruppo PD e della senatrice Giai).

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