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 Anno VI n° 10 OTTOBRE 2010    -   FATTI & OPINIONI



In attesa del 29 settembre: SPQR
Parole, parole inutili, parole indegne, parole indecenti: è solo questo che sa produrre oggi la politica
Di Giovanni Gelmini


29 settembre è una bella canzone che mi fa ancora tremare il cuore, ma quella di domani si annuncia come una sceneggiata, che potrebbe finire male, anche se nessuno crede che qualcosa possa cambiare in questa “repubblica” indecente.

Sicuramente ormai è certo che questa classe politica è da buttare, non sanno più cosa sia la decenza. Che Berlusconi fosse lì per evitare di essere in galera, lo si sospettava, ma questi due anni credo abbiano tolto ogni dubbio: l'unica cosa che gli interessa è fermare la giustizia che avanza come un rullo compressore, o meglio, come il “pendolo” di Poe nel racconto “Il pozzo e il pendolo”. Ora eccolo freneticamente cercare sostegno, solo perché un gruppo di ex AN, i finiani, gli ha detto che non è più disposto a votare leggi ad personam. Ma se l'azione di acquisto del Silvio va in porto è perché ci sono le prostitute politiche che si vendono e sono tante, anzi sono troppe.

Un brutto esempio di cosa sia diventata oggi la politica può essere “il laboratorio siciliano”, dove tutti i partiti che contano sembrano essersi spaccati un due, dividendosi tra chi sta al potere, MPA più un pezzo di UDC, PDL e PD, e all'opposizione altri rimasugli di frazionamenti, più che altro gli scartati da Lombardo, anche se questo rifiuto può avere alla base motivi importanti, come il sospetto di affiancamento alla mafia. Resta, infatti, inspiegabile come poi Lombardo appoggi Berlusconi, che appoggia Cuffaro.

Ecco che con quest’azione il PD ha segnato definitivamente la sua caratteristica: “maionese impazzita” di ex PCI ed ex DC, come li ha definiti El Pais e io aggiungo “alla ricerca del potere perduto”.

La “politica” sembra aver perso il senso della decenza, confortata da una pessima stampa che soffia sulle braci di contese sul nulla, braci di un fuoco inesistente.

Ecco che l'affaire “Montecarlo”, fatto minimo, privato e incerto, diventa una cosa centrale, mentre l'impedimento alla giustizia di usare prove contro un parlamentare accusato di collusione con la camorra, approvato recentemente dalla camera dei deputati, è qualcosa di scontato, quasi dovuto, da passare sotto silenzio.

Così che in Parlamento ci siano corrotti e corruttori, non è un fatto grave, che il governo sia retto da una persona che ha accuse infamanti, sia pure da provare con giudizio definitivo, è un fatto normale e che questo, per evitare i giudizi di una magistratura che per fortuna è ancora indipendente, abbia fatto di tutto per bloccarla, ma vista l'impossibilità con leggi ordinarie, sia appresti a forzare la Costituzione imponendo un'immunità per chi sta al potere che è al di fuori di qualunque idea di giustizia. Che la politica si occupi di spazzatura raccontata, anziché affrontare i grandi problemi esistenti, è cosa “normale”.

Il paese, non governato, da ormai troppi anni, è sull'orlo dello sfascio. La Marcegaglia ha tolto la fiducia a Berlusconi, anche la CEI, e non solo Famiglia Cristiana, attacca ormai apertamente il berlusconismo. C'è solo da chiedersi perché non l'hanno fatto prima. Anche Fini è ormai da quasi venti anni che fa coppia con Berlusconi e Bossi: solo ora si accorge di quello che non va?

Bossi ora sente il freddo di una crisi profonda. Negli ultimi due mesi ha cambiato più volte atteggiamento, ora sembra essere condiscendete con Fini, perché?

La verità è nell'accusa lanciata da Montezemolo qualche giorno fa al Senatur attraverso gli editorialisti Carlo Calenda e Andrea Romano di “Italia Futura”: la Lega è “corresponsabile di 16 anni di non scelte, che hanno portato il Paese ad impoverirsi materialmente e civilmente”.

Le cose non fatte sono lì tutte da vedere e gli elettori leghisti sono ben in grado di accorgersene. Se si dimostra che il “federalismo” non risolve nulla è per lui un disastro sicuro e possiamo essere certi che fatto così, senza una profonda revisione del modus operandi della burocrazia, porterà ad un peggioramento della situazione e non a un miglioramento.

Allora per Bossi si deve andare subito alle elezioni, prima che il “federalismo” diventi reale, ma nessuno vuole andarci e allora... via con un il solito sistema: insultiamo il potere (tanto i suoi non si accorgono che lui è nel potere). Ecco sgorgare dalla sua bocca la battuta vecchia come Noè: SPQR con quello che segue... i mass-media se ne impadroniscono, sollevazione popolare e così Bossi ridà calore ai suoi leghisti, dimostrando di essere sempre bravo. Se fosse passata in silenzio sarebbe stato un guaio per Bossi, perché domani per lui non si sa come andrà.

Non credo che Berlusconi cadrà, ma per Bossi sarà grave: dovrà dividere un poco il suo potere sul Premier con qualcun altro.

Se cadesse Berlusconi però dobbiamo ricordarci che non basta rifare la legge elettorale, si deve anche fare una seria legge sul conflitto di interessi, che impedisca ad un altro Berlusconi di perpetuare questo modo di governare.



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