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 Anno VI n° 12 DICEMBRE 2010    -   MISCELLANEA



Spumati e champagne: Alcuni consigli per l'acquisto
Quali vini per i dolci, quali per il pasto intero. L'importante è scegliere la fascia di prezzo entro cui si vuole stare. I nostri spumanti “metodo classico” possono essere un ottima scelta invece del più costoso champagne francese
Di Luana Scanu


Acquistare uno spumante spesso può diventare un'ardua impresa, perché ormai rappresenta un mondo abbastanza vasto, quasi quanto quello dei vini fermi.
Si può scegliere tra una miriade di cantine diverse, tra metodi di produzione differenti, tra secco o dolce, con una moltitudine di bollicine oppure un po' meno frizzante e, soprattutto, tra fasce di costo estremamente diverse tra loro.

Come uscire vivi quindi da questa giungla spumeggiante?

Semplice. Ponetevi due domande fondamentali: come vi piace lo spumante? Quanto volete spendere?
E' già un buon punto di partenza.

A seconda del metodo di produzione, lo spumante acquisisce determinate peculiarità. Se preferite che lo spumante abbia le caratteristiche originarie e franche del vitigno utilizzato e del territorio di coltivazione del vitigno stesso, allora vi consiglio un metodo Martinotti (o Charmat). A questo punto potete scegliere se comprare un vino dolce oppure secco.

Con il metodo Martinotti si producono ottimi spumanti da uve aromatiche come la malvasia, il moscato e il bracchetto, indicati soprattutto se lo dovete abbinare al panettone o al pandoro. Il vostro palato vi ringrazierà. I prezzi degli spumanti dolci oscillano da € 5.50 a € 20.00 circa.

Uno dei più indicati è l'Asti spumante. E' un prodotto unico, non solo per la sua dolcezza ma anche per il metodo di produzione, che consente di mantenere e valorizzare i profumi primari dell'uva impiegata.

Spesso capita di leggere che l'Asti è spumantizzato con il metodo Martinotti, ma in realtà questo è vero solo in parte. Infatti è vero che la presa di spuma avviene nelle autoclavi e che le fasi di filtrazione e imbottigliamento sono fatte con impianti in pressione, come per il metodo Martinotti, ma questo spumante, al contrario degli altri, è sottoposto ad un'unica fermentazione, seppur divisa in più momenti.

In pratica, la fermentazione del vino base dell'Asti viene interrotta, attraverso l'abbassamento controllato della temperatura, prima che i lieviti abbiano avuto la possibilità di trasformare lo zucchero contenuto nel mosto. Il procedimento è piuttosto complicato, perché prevede vari arresti e riavvii della fermentazione, oltre che centrifugazioni e filtrazioni per eliminare i depositi di lievito che si formano durante la fermentazione e che potrebbero intaccare i delicati profumi dell'uva.

Visto che lo zucchero è già presente nell'uva, per la spumantizzazione non è necessario aggiungerne altro, quindi il vino viene inoculato solo di lieviti selezionati per far si che riprenda la fermentazione (nelle autoclavi) fino a raggiungere la pressione desiderata. Dopo l'interruzione finale della fermentazione, lo spumante subisce le ultime filtrazioni e viene imbottigliato, naturalmente senza aggiunta di sciroppi.

Ricapitolando, lo spumante più “industrializzato”, quello che subisce più di altri l'influenza della tecnologia, è in definitiva quello più naturale, visto che possiede solo zuccheri delle uve stesse. Se invece non amate lo spumante dolce ma preferite comunque un prodotto con degli aromi freschi, franchi, di frutta giovane e fiori freschi, allora potreste acquistare uno spumante brut metodo Martinotti.

Un esempio? Il Prosecco.

Sino a poco tempo fa, il nome prosecco (in minuscolo) indicava il vitigno. Dopo un lungo lavoro di ricerca, gli specialisti del ministero delle Politiche agricole hanno trovato un collegamento tra l'uva prosecco e il borgo di Prosecco, sul Carso triestino. In questo modo è stato possibile creare una Doc che parte dal paesino Prosecco e si estende alle aree del Trevigiano, che sono le maggiori produttrici di queste bollicine che sino ad ora rientravano nel contesto della Igt.

Disciplinari e ricerche storiche a parte, il Prosecco è un ottimo vino, sia per un aperitivo che per pasteggiare...e naturalmente è perfetto anche per festeggiare l'anno nuovo! I prezzi? Per tutte le tasche, da € 6.50 sino a € 20.

Volendo fare qualche nome potrei consigliarvi il Prosecco di Conegliano Valdobbiadene Doc, Bepin de Eto, spumante brut 2009, dal bouquet interessante soprattutto per la presenza di sentori agrumati, erbacei e di pera. L'effervescenza riempie la bocca e l'acidità è marcata quanto basta. Il gusto è decisamente secco, non vi è percezione di note dolci, quindi sconsiglierei di abbinarvi il panettone o qualsiasi altro dolce. Prezzo: € 9.

Preferite invece uno spumante decisamente secco, fragrante, che al naso sprigioni sentori di lieviti, pasticceria e panetteria?
Benissimo, allora il metodo Classico (o Champenoise) è ciò che fa per voi. Lo spumante lavorato con questo procedimento è particolare perché subisce una seconda fermentazione in bottiglia e quindi a stretto contatto con i lieviti, soprattutto durante la fase dell'affinamento. Ecco perché il prodotto finito ha sentori di lievito, di pane fresco o di dolci da pasticceria, a volte più marcati e a volte meno, a seconda di quanto tempo lo spumante ha trascorso a contatto con i lieviti.

Anche qui sconsiglierei l'abbinamento con panettone e affini, mentre potrebbe tranquillamente accompagnare il vostro pranzo di Natale.

I prezzi partono da € 10/15 per gli spumanti più semplici e giovani, come ad esempio un Franciacorta Docg Extra brut “La Montina”, sino ad arrivare a € 80 per un superlativo Trento Doc “Riserva del Fondatore Giulio Ferrari” del 1997, passando per i € 40 di un buon Trento Doc Brut Riserva “Aquila Reale” del 2002 di Cesarini Sforza.

Per finire, mettiamo da parte, solo per un attimo, il patriottismo e diamo uno sguardo veloce ai prodotti della nostra (da sempre) antagonista: la Francia.

E' sempre meglio precisare che il metodo di produzione dello Champagne, metodo Champenoise, non è altro che il nostro metodo Classico; quindi, qual'è la differenza tra Champagne e spumante? Semplicemente il territorio. Lo Champagne è prodotto nel territorio omonimo, e non si può chiamare Champagne lo spumante prodotto in un territorio diverso da quello.

Detto questo, diamo una sbirciata ai prezzi, che, con la crisi che impazza, sicuramente ci interessano. Tra gli Champagne che costano meno possiamo annoverare il Piper Heidsiek brut “Cuvée Reserve Florense Louis”, che costa circa € 35, il Taittinger Champagne “Cuvée Prestige” con un prezzo che non supera i € 40, il Laurent Perrier Brut che si può tranquillamente acquistare a € 40 e il Veuve Clicquot Brut Cuvée San Pietroburgo a € 50.

Naturalmente se volete un prodotto più complesso, con qualche anno in più sulle spalle, oppure millesimato o ancora un blanc de blancs, allora i prezzi cambiano e naturalmente aumentano sino a toccare cifre esorbitanti.

Quindi, tenendo sempre presente che i francesi sono degli ottimi produttori di spumanti e vini in generale e che, per alcuni versi, da loro potremmo ancora imparare, cerchiamo di valorizzare i prodotti nostrani e, se dobbiamo spendere qualche soldino per festeggiare il Natale o l'anno nuovo facciamolo rimanere “in loco”, impegnandoci ad acquistare, apprezzare e valorizzare gli spumanti italiani.


Vedi anche Il re delle feste è lo spumante



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