REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8
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 Anno VII n° 3 MARZO 2011    -   FATTI & OPINIONI


Camera dei deputati - Bozze non corrette in corso di seduta
Carmelo Lo Monte (Mpa)- dichiarazioni di voto su “federalismo municipale”
Discussione sulle comunicazioni del Governo ai sensi dell'articolo 2, comma 4, secondo periodo, della legge 5 maggio 2009, n. 42, in relazione allo schema di decreto legislativo in materia di federalismo fiscale municipale


Signor Presidente, signor Ministro, colleghi, nel maggio 2009 i parlamentari del Movimento per le Autonomie votarono a favore della legge sul federalismo fiscale. Era una scommessa e, nello stesso tempo, una speranza. Ma era, soprattutto, la convinzione profonda di un Movimento che nasce con una vocazione federalista, certi come siamo che l'Italia per mantenere la sua unità ha bisogno di un vero e reale decentramento e di un riequilibrio tra le diverse due parti.

Il nostro comportamento relativo al voto odierno deve, quindi, tenere conto di quel voto a favore della nostra ragione sociale che è, appunto, quella della autonomia dei territori. Anche per questo il nostro voto, in questo caso, non può essere in sintonia con quello di chi sulla legge sul federalismo aveva espresso un voto diverso dal nostro. Certo, tante erano e sono le perplessità sui diversi punti e, soprattutto, sull'ispirazione che rischia di guidare i decreti attuativi, compreso l'ultimo del quale oggi stiamo trattando. Abbiamo, ad esempio, dubbi rilevanti sulle difficoltà che i comuni avranno per reperire le risorse per finanziarsi.

Tuttavia, ancora una volta riteniamo di dover ribadire che ognuno si trova davanti ad un'opportunità, quella federalista che, con gli opportuni aggiustamenti, costringerà tutti a una «rivoluzione copernicana» e, quindi, ad abbandonare i vecchi opportunismi. Per la Sicilia, ad esempio, regione a statuto speciale, il federalismo - e mi consenta, signor Ministro, ricordare le serrate trattative che dovranno inevitabilmente aprirsi - potrebbe finalmente voler significare l'attuazione degli articoli 36, 37 e 38 dello statuto speciale e l'ottenimento di una percentuale nell'attribuzione delle accise nonché una profonda perequazione infrastrutturale.

Avevamo, pertanto, assunto la decisione di astenerci, mettendo da un lato della bilancia le nostre convinzioni autonomiste e federaliste e, dall'altro, le nostre perplessità contingenti sul testo dello schema di decreto legislativo. Era un'astensione sul merito della questione, senza alcuna implicazione politica. La posizione della questione di fiducia ci impedisce, però, oggi questa posizione, assegnando un valore squisitamente politico contingente ad un voto che esula, ormai, dal merito del federalismo ed attiene, invece, alla vita del Governo sul quale in più occasioni abbiamo espresso le nostre posizioni.

Per questo abbiamo deciso di non partecipare al voto, chiarendo che questa assenza va intesa, quindi, come la volontà di astenersi nel merito del provvedimento.



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