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 Anno VII n° 6 GIUGNO 2011    -   FATTI & OPINIONI



Pier Luigi Bersani (PD). Dichiarazione sull’ Informativa di Berlusconi sulla composizione del Governo
Camera dei Deputati - Dal Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 490 di mercoledì 22 giugno 2011


Signor Presidente, l'onorevole Reguzzoni ha detto che lui è di Pontida; e io sono di Bettola (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania), per cui non vedo cosa...chiarito questo punto - ma ne parleremo - vorrei dire questo: il Presidente del Consiglio si è attaccato a un pugno di numeri parlamentari che ha raccolto dal 14 dicembre ad oggi. Ma i fatti indiscutibili sono tre. Primo: da mesi e mesi il Governo è un motore spento. Non governa. Ogni tanto un decreto fatto di piccole cose e un voto di fiducia (siamo ad oltre 40), niente di significativo, un sacco di chiacchiere intorno a questo e il Paese che va col pilota automatico.

Secondo: come ricordava la Presidente Bindi stamattina, potete arrampicarvi sui vetri finché volete, ma la maggioranza non è quella uscita dalle elezioni. Qui c'è un nuovo Governo Berlusconi-Bossi-Scilipoti, di cui Scilipoti ha, diciamo, la golden share (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Siamo al ribaltone, siamo a quello che lei definì ribaltone o ribaltino, siamo al teatrino, al Bagaglino. Voi campate non sul premio di maggioranza, ma sul premio di transumanza (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania). Questo è il vostro premio.

Terzo: i referendum hanno sconfessato le uniche cose sulle quali avevate investito, cioè le leggi ad personam, la privatizzazione forzata e il nucleare. Le elezioni amministrative che lei, signor Presidente, non ha neanche citato, hanno dimostrato matematicamente che non avete con voi la maggioranza degli italiani.

A queste tre cose, che sono ben diverse da un voto di metà mandato, voi rispondete davanti ad un Paese attonito e sgomento con delle estenuanti tecniche di sopravvivenza. Ieri abbiamo assistito a questa vicenda da tragi-commedia dei Ministeri. Ad un certo punto abbiamo temuto che per trovare la mediazione decideste di portare i corridoi dei Ministeri al nord e tenere le stanze a Roma. Questo ce l'avete risparmiato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

Ma attenzione, che lo stesso effetto della storia dei Ministeri, caro Presidente, fanno le sue parole di vanagloriosa rivendicazione di meravigliosi risultati: le promesse di fare adesso il piano sud, che seguirà personalmente, il fisco in quattro e quattr'otto e così via. Sono promesse che abbiamo già sentito. E su questa lamentosa litania sull'eredità del passato, scusi, Presidente, voglio dirle una cosa: un bambino che fosse nato nei dintorni della sua scesa in campo oggi farebbe e fa l'esame di maturità. Gli faccio gli auguri e ringrazio gli insegnanti che l'hanno portato fin lì (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania). Voi, compresa la Lega, quando parlate sembrate gli Indignados, ma governate da otto degli ultimi dieci, altro che gli Indignados (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro per il Terzo Polo - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania)! Presidente, lei dice che ha governato più di De Gasperi. Ciò è anche vero, pensate come siamo messi noi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti del deputato Buonanno)!

PRESIDENTE. Onorevole Buonanno!

PIER LUIGI BERSANI. Ci vuol dire perché dal 1994 ad oggi, e negli ultimi otto anni, non avete fatto uno straccio di riforma fiscale? Adesso la promettete per l'estate. L'ho già detto che è «un fisco per l'estate», di questo si tratta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per l'estate avremo una legge delega che ci consegnerà il risultato «a babbo morto». Ma chi pensate di prendere in giro?

Presidente, basta, la finisco qui con le battute perché noi, Presidente, siamo nei guai ed è incredibile, incredibile, è tre volte incredibile che lei, mentre ci dice che farà una manovra da 45 miliardi di euro, non ci dica niente di cosa succederà fra qualche settimana. Ma è possibile che lei parli di crisi finanziaria, locuste terribili della speculazione, terribili rischi solo quando c'è da dire che il Governo deve stare in piedi? Poi gira pagina: stiamo meglio degli altri, non c'è problema, abbiamo fatto tutto bene. Ma se non c'è problema, non vedo il problema. Presidente, lei deve cominciare a dire la verità a questo Paese. È ora di dire la verità!

Non avete affrontato la crisi, avete raccontato favole, non avete messo il coraggio per riforme vere. Riforma fiscale? Si, perbacco, ma è da tre anni che bisognava metterla in moto. Liberalizzazioni? Si, perbacco, non privatizzazioni forzate. Pubblica amministrazione? Sì, perbacco, non giaculatorie contro gli insegnanti fannulloni. Adesso sento che vogliono dimezzare il numero dei parlamentari. Vi informo che noi da tre anni abbiamo depositato una proposta di legge per il dimezzamento del numero dei parlamentari. Volete portarla qui, che la votiamo? (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).

PRESIDENTE. Onorevole Reguzzoni.

PIER LUIGI BERSANI. Avete messo l'Italia davanti ad un'alternativa drammatica, drammatica, in assenza di riforme che ci dessero la possibilità di dire che cresciamo un po' di più e allunghiamo un po' i tempi di un rientro dal debito, perché senza crescita non si può ridurre il debito.

Adesso voi ci avete messo di fronte a questa alternativa: o non rispettare - ed è impossibile e pericolosissimo - un accordo con l'Unione europea o affrontare senza riforme e senza crescita una manovra che può essere solo un «carico da 90» e un elemento di recessione per questo Paese. Vi pronostico: questa è l'alternativa di fronte alla quale ci avete messo. Si parla dell'eredità, che - lei dice - non vogliamo lasciare ai nostri figli. Anche a questo proposito, quando siamo andati via nel 2007, l'avanzo primario era al 3,5 per cento: 60 miliardi di euro.

MARCO MARIO MILANESE. Il deficit quant'era?

PIER LUIGI BERSANI. Avete tenuto in equilibrio i conti? Non ci sono più i 60 miliardi di euro! Il debito dal 2007 ad oggi è aumentato di 309 miliardi di euro, dicasi 600 mila miliardi di vecchie lire (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)! Poi lo so anch'io che c'è la crisi e servono gli ammortizzatori e minori entrate fiscali. Ma non avete dovuto salvare le banche! Almeno non mettetevi la medaglia - perbacco! - e non dite che non lasciate in eredità un problema. Concludo, perché ho capito che il tempo sta stringendo.

Signor Presidente del Consiglio, voi non potete dire che non si può cambiare perché c'è la crisi, perché la crisi è al buio. Il problema è che il buio siete voi! Ci siamo dentro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! E non potete accendere la luce, non potrete fare le riforme che non avete fatto fin qui! Questo è il problema! È ora di liberare le energie nuove che si muovono in questo Paese! Quante ce ne sono? Le abbiamo viste alle amministrative! Perché teniamo bloccato questo Paese, perbacco? Le riunioni, Di Pietro, le faremo finché vorremo. L'alternativa sta lì: in una riscossa civica e morale che riesca ad affrontare i problemi che abbiamo davanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Voi dovete consentire che l'Italia si rimetta in movimento con protagonisti nuovi, con sfide nuove. E di che cosa ha paura, signor Presidente del Consiglio, che tanto la sinistra non ha leader? Sanno tutti che lei è più appassionato di sondaggi di me. Lo sanno tutti! Come si spiega che lei è sempre dieci punti sotto ai «non leader» della sinistra? Ha un bel problema davvero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia dei Valori)!

Forza vediamo: il Paese si misuri davanti ad una prospettiva nuova e trovi la forza per affrontare i problemi, altrimenti questo tramonto troppo lungo - cari Berlusconi, Bossi e Scilipoti -porterà dei guai molto seri a questo Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Unione di Centro - Congratulazioni)!



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