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 Anno VII n° 12 DICEMBRE 2011    -   PRIMA PAGINA


Cronaca del dopo
Alluvione a Barcellona: dal diario di un volontario, 24 novembre secondo giorno

Di Francesca Bisbano


Barcellona Pozzo di Gotto, 24 novembre 2011

Fra la terra, il fango, i detriti e l'acqua, che ancora gocciola lungo le strade, questa mattina la mia città appariva simile a un campo di guerra. Case e negozi devastati, transenne, condotti idrici, reti fognarie e condutture elettriche danneggiate, vedo carabinieri, esercito, protezione civile, operatori sociali e addetti comunali lavorare quasi ininterrottamente per rimettere in sesto il comune, stroncato dalla furia del torrente Longano.

Da due giorni ormai sui tg e le reti nazionali va in onda lo stesso filmato: il municipio, la scuola media, il liceo classico Luigi Valli sommersi dall'acqua. Scorrono le medesime immagini del ponte di Calderà tranciato a metà! Non si vedono i numerosi volontari armati di pale, che cercano in ogni modo di dare una mano, nè esercito e forze dell'ordine impacciate nel gestire le operazioni di sgombero e ripristino stradale, forse per penuria di mezzi o carente organizzazione, chissà!!! Rimangono in ombra gli sciacalli, che, sia dall'alto, sia dal basso, hanno iniziato ad approfittare della situazione. Non vengono mostrati gli sforzi di chi ha perso il negozio rimuovere la merce dal mare di fango, nè il disagio, la disorganizzazione generale, che emergono da una cattiva gestione dell'emergenza.

E mentre Rai Uno mattina intervista il primo cittadino, che chiede l'attestazione dello stato di calamità naturale, io cittadina vedo un disastro. Non vedo autopompe per raccogliere i rifiuti, non vedo le pale e gli attrezzi promessi ai volontari, che per ore rimangono bloccati in attesa davanti al comune, senza poter agire da subito come vorrebbero! Vedo pochi piccoli bobcat scavare e tracciare condotti, un numero di operai e addetti a servizi di soccorso, che certo non possono bastare per l'intera città!

Vedo strade ancora sepolte dal fango e veicoli che circolano nelle zone rimaste allagate, quelle dove le saje martedì sono cedute. Vedo gente che si lamenta, che attacca gli alti poteri, perché da questi forse si aspetta un miracolo, come al momento in cui tutti si recano alle urne. Non vedo una coordinazione compatta, né un piano d'azione diretto. Vedo cittadini e operatori, che fanno quel che si può e una TV, che ora rilancia più che mai l'immagine di “terroni imbroglioni”. Vedo una città, che vuole rialzarsi, che soffre, ma viene curata in ritardo o male; non so! Vedo veicoli distrutti, tronchi, detriti e rifiuti, portati via dalla piena, intralciare le strade.

Dove sono le ruspe?
Le gru?
I mezzi dell'esercito, che è venuto per darci una mano?
Dov'è il sindaco, che si sporchi le mani!
Che stia vicino o aiuti i suoi cittadini!
Dove sono coloro che dovrebbero gestire la cosa con fermezza e coordinare con decisione i volontari accorsi anche dai paesini limitrofi?

Dov'è l'intervento e l'aiuto zelante fornito in caso di dissesto ambientale, che le norme prescrivono, i regolamenti dettano, i ministri firmano, i capi della protezione civile approvano, ma nessuno è in grado di applicare o quanto meno conoscere?


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