La Vasconcelos vuole sempre stupire e anche con quest’installazione ci fa restare a bocca aperta. Si è servita di molteplici tecnologie per ottenere un risultato sicuramente di grande impatto.

Si entra nel padiglione Swatch e ci si trova nel buio quasi assoluto, c'è un riverbero che però non è sufficiente a vedere qualcosa. Il pavimento è ricoperto da fiori di cristallo (o di plexiglas) multicolori ed illuminati. Nel vedere questo si resta senza fiato. Che meraviglia!
Ci sembra una grotta di fantasia dove organismi strani hanno ricoperto il pavimento, l'atmosfera è resa surreale anche da suoni elettronici.

Però, ora che siamo entrati, si deve anche uscire. Non è ben chiaro dove si deve camminare; la paura di calpestare un fiore dell'Eden è grande.
Che sia questa l'ansia del futuro che l'artista ci propone: la paura di fare danni?
Camminiamo con circospezione e guadagniamo l'uscita senza aver distrutto fiori

Quest’installazione è certamente bella, interessante, la vorremo nella nostra wunderkammer, ma ci lascia fortemente perplessi.

Se fare arte è realizzare qualcosa di bello o stupire, Joana Vasconcelos ha certamente fatto arte, ma la 56° biennale ha un tema, come lo ha svolto?
Quale messaggio ci trasmette riguardo al “futuro del Mondo”?
Noi non l'abbiamo recepito.

Sarah Lucas, con la sua installazione del padiglione della Gran Bretagna, ci ha fatto discutere molto per poi capire che c'è solo provocazione, qui non c'è nulla di cui discutere.


«Giardino dell’Eden» Joana Vasconcelos
Padiglione Swatch, Biennale Giardini
 

Pubblichiamo una serie di articoli sulla 56° Biennale di Venezia; la pubblicazione proseguirà per tutto il mese di Agosto. Per vederli tutti: Venezia Biennale 2015 

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