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Bankitalia: PROIEZIONI MACROECONOMICHE PER L’ECONOMIA ITALIANA - 9 dicembre 2016

Moderata crescita del PIL, 0,9 per cento quest’anno e per il prossimo,dell’1,1 per cento sia nel 2018 sia nel 2019


Riportiamo alcuni passi della pubblicazione “Proiezioni macroeconomiche per l'Italia - dicembre 2016” della Banca d’Italia

Nel terzo trimestre di quest’anno il PIL dell’Italia è aumentato dello 0,3 per cento, dopo l’inattesa frenata registrata in primavera; le informazioni congiunturali indicano un’espansione dell’attività economica nel trimestre finale dell’anno a un ritmo appena inferiore. In media, il PIL dovrebbe aumentare dello 0,9 per cento quest’anno; crescerebbe dello 0,9 il prossimo e dell’1,1 per cento sia nel 2018 sia nel 2019. Tali valutazioni sono sostanzialmente in linea con quelle delle principali istituzioni internazionali. Nel confronto con le proiezioni macroeconomiche pubblicate lo scorso 6 giugno, prima dell’esito del referendum nel Regno Unito, la stima di crescita è più bassa, per circa 0,2 punti percentuali in media all’anno nel triennio 2016-18; la revisione riflette principalmente ipotesi meno favorevoli sull’andamento della domanda estera e dei tassi di interesse sui mercati internazionali.


L’accumulazione di capitale risentirebbe da un lato di una maggiore incertezza globale, ma beneficerebbe dall’altro, oltre che del consolidamento delle prospettive di ripresa interna e di condizioni finanziarie accomodanti, anche delle misure di incentivo; queste ultime indurrebbero un’anticipazione della spesa, cui farebbe seguito un temporaneo rallentamento degli investimenti alla fine dell’orizzonte di previsione. In rapporto al PIL, gli investimenti in capitale produttivo si riporterebbero nel 2019 in prossimità dei livelli medi registrati nel decennio pre-crisi; la spesa in costruzioni sarebbe inferiore di oltre 3 punti percentuali. Il ritmo di crescita dei consumi sarebbe in linea con quello del prodotto, sostenuto dall’espansione dell’occupazione e del reddito disponibile.

Nonostante l’esaurirsi degli sgravi contributivi a favore delle assunzioni a tempo indeterminato, l’occupazione, misurata in unità standard di lavoro, si espanderebbe di circa 2 punti percentuali cumulati nel triennio 2017-19 (di quasi il 2,5 per cento nel settore privato). Il concomitante aumento della partecipazione al mercato del lavoro, attribuibile al miglioramento delle prospettive occupazionali e al progressivo innalzamento dell’età di pensionamento, comporterebbe una discesa solo graduale del tasso di disoccupazione, che nel 2019 si porterebbe al 10,8% (da 11,9 nel 2015).

L'inflazione, marginalmente negativa nella media di quest’anno, risalirebbe lentamente (allo 0,9 per cento nel 2017, 1,2 nel 2018 e 1,5 nel 2019). Sosterrebbero l’inflazione i più elevati prezzi dei beni energetici importati. La dinamica dei prezzi sarebbe invece contenuta dall’andamento moderato del costo del lavoro; i salari comincerebbero ad accelerare solo nell’ultima parte dell’orizzonte di previsione.

I principali fattori di incertezza che gravano su queste proiezioni derivano dal contesto globale e dai mercati finanziari.

La ripresa dell’economia globale potrebbe venire frenata dall’incertezza sulle trattative che definiranno i nuovi rapporti commerciali tra Unione europea e Regno Unito, dall’emergere di spinte protezionistiche e da possibili turbolenze nelle economie emergenti associate alla normalizzazione della politica monetaria negli Stati Uniti; un sostegno alla crescita internazionale potrebbe invece derivare dall’attuazione di un programma di espansione fiscale da parte della nuova amministrazione statunitense, del quale non sono ancora definite le caratteristiche. Nell’area dell’euro episodi di volatilità dei mercati potrebbero riflettersi sulle condizioni finanziarie.


Vedi documeto integrale:



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