REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8
Articoli letti  15252477
   RSS feed RSS
Vedi tutti gli articoli di Natascia Zanon
stampa

 Anno IV n° 5 MAGGIO 2008    -   EVENTI


Visto per voi, a Treviso
“Come una regione durante il terremoto”: un’esplosione di colori che rapisce l’osservatore…

Di Natascia Zanon



“Come una regione durante il terremoto” è il titolo della mostra inaugurata alla galleria di Trevisi Accademie di Treviso e curata da Carolina Lio. Per il visitatore è una esplosione visiva.

Questa piccolo gioiello di ‘galleria’ diventa in questa mostra uno scrigno di colori e sensazioni. È proprio ciò che si prova appena arrivati all’ingresso, ancor prima di avvicinarsi alle singole opere. Si viene rapiti da questo festival di colori. Vivacità e calore è proprio ciò che la mostra trasmette nella immediatezza e fa trasmigrare l’osservatore in un altro mondo.

A questo mondo ormai diventato vecchio, dove si cerca sempre più di ‘far arte ‘ e ‘comunicare’ con tecniche sempre più complesse e difficili, si contrappone questa mostra dove ritroviamo l’immediatezza e la spontaneità “del colore” e nell’astrattismo. Potete trovare tutto questo nella piccola galleria, proprio mentre l’arte moderna ha abbandonato l’astrattismo per dar spazio ad una ricerca sempre più ossessiva del concetto, della figura, del contenuto nonché del significato dell’opera che deve essere sempre più facilmente percepibile per l’osservatore. Eccoci invece qui riportati in una dimensione che abbiamo perso.

La mostra raccoglie sette artisti: ognuno merita una adeguata attenzione proprio per il modo diverso di interpretare l’arte e tutti hanno come mezzo comune l’utilizzo del colore.
L’interpretazione che possiamo fare delle opere non può che essere puramente personale. L’intento di questi artisti è quello di lasciare che le emozioni vissute ci guidino da sole usando le loro opere come tramite, addirittura due di loro presentano le loro opere senza titolo lasciando alla fantasie e alla sensibilità dell’osservatore la briglia sciolta.

Il primo artista che possiamo vedere è Flavio Grasso, due delle sue tre opere presenti alla mostra sono ben visibili da una piccola vetrina che si affaccia su una strada.
Troviamo una testa ben definita di un uomo in legno reclinata sul tavolo accanto una forma astratta, una sagoma rotonda perfetta in legno, lucida e ben lavorata. In entrambi i casi ciò che ci colpisce sono crepe: crepe alcune naturali, alcune create, tutte però enfatizzate e rese protagoniste da inaspettate pennellate di celeste acceso.
Questo tipo di creazione ci viene riproposta più avanti all’interno della mostra con un’altra istallazione in legno ancora più grande: la perfetta lisciatura e lucidatura del legno, che sembra vibrante di vita, viene ancora a completarsi con il colore celeste.

A queste opere ho trovato questo significato: gli elementi naturali creati dal legno carico di vita e di simbolismo terreno vengono ad essere in comunicazione attraverso le varie crepe con un elemento ultra terreno, così anche noi terreni, genere umano così imperfetto e così pieno di crepe, veniamo ad essere completati da un elemento ultraterreno rappresentato dal colore del cielo.

Appena si entra nella galleria si viene catturati dalle opere di Maurizio Bonassi. Con forti colori e pennellate vivaci conduce l’osservatore attraverso “percorsi cromatici”, un titolo perfettamete aderente al contenuto, oppure ci vuole travolgere ed inglobare in un vortice colorato come con l’opera “Centrifuga”. Bonassi vuole catturare con le sue opere l’attenzione dello spettatore per poi letteralmente ingabbiarlo all’interno di esse e portarlo a scoprire il suo mondo di forti elementi cromatici.

Daniela Birindelli è posta, non in modo casuale, nella parete opposta a quella ove sono esposte le opere di M.Bonassi e se ne capisce il motivo. L’artista utilizza una tecnica mista, che chiama “polimaterici”, dove all’utilizzo del colore si intersecano anche di altri elementi: reti, ritagli di giornali, carta stropicciata e pezzi di cartone. Nonostante utilizzi tanti materiali diversi e contrastanti tra di loro, ciò che possiamo vedere, grazie alla sensibilità dell’artista, è semplicità e linearità. L’osservatore può così perdersi nelle linee nette dei colori e dei materiali e, con il proprio sguardo, può uscire e rientrare in maniera lenta e dolce dalle opere.

In tutte le opere della mostra di quest’artista ritroviamo questi concetti come protagonisti, sempre il colore e gli elementi dei quotidiano, grezzi e rudimentali come: corde, reti e sughero, che diventano quasi paesaggi o atmosfere notturne come in “Racconti della notte”.

Nelle sei opere presenti vi è il tema ricorrente della notte evidenziato dal colore nero, ma diversamente sfumato con i materiali o con effetti di luce. Il colore è sempre il protagonista che cambia e trasforma le emozioni dell’osservatore. Colore e disegno astratto sono i protagonisti che entrambi gli artisti utilizzano, ma si propongono di coinvolgere l’osservatore nelle loro espressioni con intenzionalità ed energie opposte...

Tecnologiche sono le opere di Lello Bavenni. In queste è evidente utilizzo di pixel e segmenti vettoriali. Le sue opere sono puro colore: macchie irruente e forti, linee che prendono vita una dopo l’altra, ma tutti i colori che utilizza restano poco caldi, devono stemperare la loro intensità fino a diventare freddi, distaccati quasi ad appartenere ad un’altra realtà che a noi osservatori non è concesso di capire. È proprio questo il messaggio dell’artista: possiamo solo lontanamente capire e guardare la bellezza dei colori che noi non possiamo possedere, solo osservare.

Passeggiando all’intero della mostra troviamo altri due artisti, posti vicini, perché oltre all’astrattismo e ai colori vi è qualcosa altro che li accomuna: le loro opere non hanno nome. Questo stimola la curiosità dell’osservatore ed una sua maggior attenzione verso tutti gli elementi che compongono le loro opere.

Il primo di questi, Mimmo Cusimano, utilizza nelle sue opere materiali poveri, trovati per strada come vetri o altro; il colore è colore violento sulle tele bianche, quasi di getto: nero, bianco, vetro, oro... tutto si mescola con irruenza e velocità. Sembra un simbolo di una istintualità libera, senza freni, ma in realtà, se ci si sofferma, si può capire come tutto sia ben proporzionato e solido e per niente casuale, questo può lasciare una ambivalenza, una incertezza di fondo nell’osservatore su quale sia la vera intenzionalità dell’artista.

Gabriele Monsolillo esprime la volontà di riportare su quadro elementi di strada quali i graffiti. Vediamo così colori sgargianti, frasi, codici a barre, targhe e sigle. Ciò che stupisce è poi la proposta di usare tessuti diversi in un gioco che viene a costruire la forma dell’opera. Colore, tessuti, stampe e piccole scritte codificate formano opere intrise di significati che possono non essere pienamente comprensibili all’occhio dell’osservatore, ma che colpiscono e stimolano curiosità.

In fine troviamo Roberta Conti con opere di grande impatto. Questa artista che ama lavorare su piccole tele, in questa mostra presenta alcune delle sue opere di maggior dimensione. Anche qui il colore è tutto. È il colore che da accesso ad una apertura da cui si può scrutare la realtà dei suoi personaggi, stilizzati, un po’ pop art e un po’ fumetto; una fessura che ci permette di guardare la vita e i suoi temi come l’unicità dell’individuo, una realtà dove ognuno è il diverso.


Questi squarci ci mostrano un mondo caotico e confusionario, piccolo, claustrofobico, minuscolo e quasi insignificante rispetto alla complessità e al rigore del colore . In tutta questa mostra una unica avvertenza per noi osservatori: seguire sempre le nostre emozioni e non seguire la ragione o per forza voler trovare un significato particolare. Osservare e provare emozioni attraverso gli occhi, grazie all’unico vero protagonista indiscusso di questa mostra: il colore.


COME UNA REGIONE DURANTE IL TERREMOTO.
mostra di pittura e scultura a cura di Carolina Lio.
Artisti invitati: Lello Bavenni, Daniela Birindelli, Maurizio Bonassi, Roberta Conti, Mimmo Cusimano, Flavio Grasso, Gabriele Mansolillo.
dal 03 al 16 Maggio 2008.
Orario di apertura: dal martedì alla domenica dalla 16 alle 20
al Sabato anche dalle 10,30 alle 12,30
Ingresso libero

TREVISI ACCADEMIE CENTRO ARTISTICO E CULTURALE.
VIA INFERIORE 35/A – 31100 TREVISO .
informazioni: 0422542822 –
trevisi.accademie@gmail.com



Argomenti correlati:
 #arte,        #arte contemporanea,        #mostra,        #treviso
Tutto il materiale pubblicato è coperto da ©CopyRight vietata riproduzione anche parziale

RSS feed RSS

Vedi tutti gli articoli di Natascia Zanon
Condividi  
Twitter
stampa

Il sito utilizza cockies solo a fini statistici, non per profilazione. Parti terze potrebero usare cockeis di profilazione