REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno VIII n° 4 APRILE 2012 - EVENTI |
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L’esposizione di Ca’ Pesaro, dove proprio dal 1910 è possibile ammirare uno dei capolavori massimi di Klimt, la ben nota tela intitolata Giuditta II, acquistata a quella Biennale, sarà focalizzata sulla presentazione di due importanti cicli decorativi che molto furono influenzati dal passaggio veneziano del maestro austriaco alla Biennale del 1910: “Mille e una notte” di Vittorio Zecchin e La “Primavera” di Galileo Chini. Le tele dell’artista muranese vennero realizzate nel 1914 per decorare la sala da pranzo del veneziano Hotel Terminus. Il ciclo, in seguito smembrato, è oggi considerato uno dei massimi capolavori del liberty a Venezia; sei tele delle dodici scene conosciute sono conservate proprio a Ca’ Pesaro e verranno esposte per l’occasione. Nello stesso anno Antonio Fradeletto commissionò a Galileo Chini la decorazione del Salone centrale del Palazzo dell’Esposizione della Biennale, destinato ad accogliere la mostra individuale di Ivan Meštrovic, oltre che dipinti di altri autori. Dopo aver aggiornato anche le linee architettoniche della sala, il maestro fiorentino dipinse i diciotto pannelli del ciclo, di cui egli stesso parla nel catalogo dell’esposizione: ”Ho cercato di suscitare e diffondere [...] un senso di pacata letizia, mediante una pittura decorativa che si fondesse in armonica semplicità e si equilibrasse con una architettura altrettanto parca”.
I pannelli che saranno presentati a Ca’ Pesaro provengono dalla Galleria
Nazionale d’Arte Moderna di Roma, che ne conserva il nucleo di maggiore rilievo. Grazie
alla preziosa collaborazione del Museo di Valle Giulia e del Museo Boncompagni, sede deputata alla conservazione del ciclo, dove
nel mese di settembre transiterà la mostra,
si è resa possibile questa rilettura “capesarina” di un episodio di grande rilevanza per la
storia dell’arte italiana del primo Novecento, all’ombra generatrice di idee e suggestioni
del grande Gustav Klimt.
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